L’aumento del Prezzo stufe a pellet  del gas e i timori per il taglio delle forniture hanno portato in Italia a una vera proprio corsa all’acquisto di legna e pellet come fonte alternativa per scaldarsi.

Gli acquisti negli ultimi mesi hanno fatto registrate numeri da record così come le vendite di stufe e caminetti. Tutto questo insieme al blocco delle esportazioni da parte dei paesi dell’Est, con una carenza complessiva stimata in circa 3 milioni di tonnellate di pellet a livello europeo, hanno fatto impennare i costi a livelli record. Ne abbiamo parlato insieme alla dottoressa Annalisa Paniz direttrice generale di Aiel, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali.

Con l’aumento del prezzo del gas molti consumatori stanno pensando di passare a legna e pellet mai i prezzi sono già aumentati di molto. Conviene ancora  È una domanda che tutti si pongono e la risposta è sì. Anche se il prezzo è più che raddoppiato attestandosi mediamente intorno ai 10 euro a sacchetto, i dati che abbiamo elaborato come Aiel nell’ultima settimana confermano la convenienza del Pellet del 30% rispetto al metano.

Un altro elemento da sottolineare è che il pellet lo compriamo adesso con prezzo noto al consumatore e invece il metano lo pagheremo con un prezzo che probabilmente aumenterà ancora. Una convenienza destinata quindi a confermarsi se non ad aumentare nel corso della stagione termica perché sul lungo periodo non prevediamo ulteriori aumenti  Aumento delle bollette della luce, come risparmiare fino a 500 euro in casa

Perché i prezzi sono aumentati così tanto, quali sono i fattori determinanti? I motivi sono molteplici e sommandosi hanno creato quella che noi chiamiamo la tempesta perfetta. Ovviamente molto è dovuto alla guerra in Ucraina che poi a cascata ha determinato lo shock dei prezzi. Si va dal blocco delle importazioni di legname da Russia e Bielorussia all’ovvia riduzione dei flussi ucraini, dalle sanzioni economiche che hanno comportato una riduzione di materia prima idonea alla produzione di pellet, alla riduzione delle esportazioni di scarti e segatura dei Paesi nordici per soddisfare i fabbisogni interni.

 La stessa produzione di pellet, essendo un processo energivoro, costa il 40 o 50 per cento di più. Stufe e camini a legna e pellet, cresce la domanda in Italia e in Europa Molti commercianti lamentano già scarsità di risorse, esiste un pericolo reale di mancanza di forniture in vista dell’inverno? La situazione attuale è indubbiamente difficile e non andrà a risolversi nel corso della stagione invernale. I flussi di importazione da altri Paesi come la Germania, l’Austria e i Paesi baltici diminuiranno fisiologicamente, quindi c’è il rischio di una diminuzione dei flussi ma il pellet continuerà ad arrivare, anche se in flussi ridotti, e non ci sarà uno shortage.

Alla luce di questi rischi quali sono i consigli per i consumatori in vista dell’inverno? Il nervosismo dei consumatori è evidente giustificato perché è una situazione che nessuno si aspettava. Sicuramente va pianificato l’acquisto, quindi anche adesso per evitare di concentrare tutti gli acquisti nel periodo invernale perché in quel caso lì si potranno avere delle situazioni di grande grande disagio. Se si riesce diluire la domanda nel corso del tempo si garantisce a tutti di poter approvvigionarsi.

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FORSE NON TUTTI SANNO CHE…

La stufa a pellet è un apparecchio simile alla stufa a legna, adibita al riscaldamento di ogni tipo di ambiente, che utilizza come combustibile solido il pellet. È considerato un prodotto ecologico poiché per ottenere il pellet vengono di norma utilizzati gli scarti di lavorazione del legno. In altri termini non sarebbe quindi necessario l’abbattimento di nuovi alberi per la produzione del pellet nel caso in cui il consumo non superi la quantità di scarti di lavorazione del legno.
Le differenze principali rispetto alla stufa a legna sono le seguenti:

  • necessita di un collegamento alla rete elettrica come un comune elettrodomestico;
  • funziona in maniera automatica, accendendosi tramite una resistenza elettrica e ha un’autonomia di funzionamento in base alla capacità del proprio serbatoio di pellet;
  • ha una canna fumaria di misure ridotte (diametro da 80 mm a 100 mm);
  • funziona a tiraggio forzato cioè una ventola situata all’interno della stufa provvede a estrarre verso la canna fumaria i fumi o residui di combustione prodotti dalla combustione stessa.
  • è di facile manutenzione eliminando il trasferimento del combustibile dalla legnaia all’abitazione e perché, se installata correttamente, non ha fuoriuscite di fumo all’interno dell’ambiente di utilizzo in quanto lavora in depressione. Sono ora in produzione anche delle stufe a pellet completamente ermetiche rispetto all’ambiente di installazione: prelevano l’aria direttamente dall’esterno e non dal locale dove sono situate, utilizzabili nelle moderne case passive dove è fondamentale l’isolamento termico verso l’ambiente esterno.
  • se è una stufa canalizzata, i muri degli altri ambienti ove non sia presente la stufa, sono dotati di una o più bocchette per l’uscita dell’aria calda. Questo sistema è utile per riscaldare tutti i locali senza dover impiegare altri sistemi poiché possono aumentare i consumi dell’energia elettrica, come in una casa grande.
  • La struttura è simile a una stufa tradizionale e ha un vano o serbatoio, di solito con carica dall’alto, che contiene il pellet da bruciare. Esso può avere una capienza che parte da quindici e può arrivare fino a sessanta o più chilogrammi a seconda del modello di stufa. All’interno vi è una vite infinita o coclea che trascina il pellet dal serbatoio all’interno del braciere dove il combustibile viene bruciato grazie alla presenza di una resistenza elettrica che, diventando incandescente nella fase di avvio, innesca la fiamma.

Il calore prodotto viene diffuso nell’ambiente sia per convezione naturale sia ad aria forzata con una o più ventole che contribuiscono a distribuire l’aria calda negli ambienti attigui. In alcuni modelli è anche possibile incanalare l’aria calda in piccole condotte e posizionare una o più bocchette per canalizzare il calore in altri vani. I modelli più recenti sono dotati di un cronotermostato che permette di programmare orari di accensione e spegnimento in automatico, la velocità della ventola per l’aria calda forzata e i gradi di temperatura desiderati. Il calore prodotto è misurato in kilowattora (kWh) (un kilowattora corrisponde a 859,8 kcal o 3,6 MJ). La potenza di ogni singolo modello (misurata in kilowatt) è commisurata in base alla dimensione della stufa, alla quantità di pellet bruciato, alla regolazione impostata dall’utente. Anche il tipo di pellet utilizzato può incidere sulla resa calorica della stufa.

Lo scarico dei fumi derivanti dalla combustione avviene con un tubo di diametro variabile anch’esso a seconda del modello, da 8 a 10 cm di diametro. La tubazione deve essere in materiale resistente alle temperature di esercizio, agli acidi e alle eventuali condense prodotte dalla combustione, in Italia secondo le norme UNI si prescrive l’acciaio AISI 316.

La stufa necessita di una pulizia ordinaria del braciere e del cassetto cenere (se presente) da effettuare con frequenza variabile a seconda dell’utilizzo in termini di tempi di funzionamento e di potenza impostata e del tipo di pellet impiegato, la pulizia va fatta con l’aspiracenere, la pulizia del vetro della stufa dai residui di cenere, richiede prodotto speciale adatto a tale vetro; inoltre richiede pulizia più approfondito almeno una volta all’anno, ma anche più spesso in base al modello e all’utilizzo. Potrebbe essere necessario l’intervento di un tecnico per questa operazione.

Esistono stufe a pellet ricoperte di ceramica o rivestite in acciaio. La ceramica non scotta e mantiene a lungo il calore, mentre l’acciaio può raggiungere temperature elevate ma si raffredda molto più in fretta. Esistono altresì modelli di stufe a pellet dedicati al riscaldamento dell’acqua per i radiatori. In tali prodotti sono presenti all’interno scambiatori di calore in cui è presente l’acqua che una volta riscaldata circolerà nell’impianto dei termosifoni. È inoltre possibile far coesistere questo tipo di stufa e un’altra fonte di calore (es. una calderina a gas) in modo che funzionino alternativamente.

Una bocchetta per l’uscita dell’aria di una stufa a pellet canalizzata
La normativa di riferimento per l’installazione delle stufe a legna e pellet in Italia è la UNI 10683 rev. 2012. (Wikipedia)